Bocca di Magra, un paese impaurito e in ginocchio
Ma c'è voglia di rialzarsi
La Spezia, 6 novembre 2011 - Un paese fantasma.Bocca di Magra ha vissuto l’incubo di una nuova alluvione sino alla notte di sabato quando alla foce del fiume si attendeva l’arrivo di un nuovo picco di piena. Per fortuna è passato indenne ma dalla frazione in tanti si sono comunque allontanati cercando riparo nel centro di accoglienza di Marina di Carrara oppure da parenti. E le attività commerciali sono rimaste chiuse.
Così ieri le stradine erano deserte, il parcheggio ancora infangato e le piazzole di fronte alla scuola materna sempre invase di detriti. Sacchi di vestiti, mobili, elettrodomestici e tutto quello che il fiume ha inghiottito la scorsa settimana. Attendendo con preoccupazione la nuova allerta, che per fortuna si è risolta senza danni, gli abitanti di Bocca di Magra hanno scavato, pulito e tentato di ritornare alla normalità. Ma i sacchi di sabbia davanti agli ingressi di ristoranti, bar e abitazioni sono il chiaro segnale che la paura non è passata.
Oggi sono arrivati anche i fuori sede a vedere le condizioni delle case utilizzate durante l’estate e nelle festività. «Siamo ridotti davvero male — racconta un turista di Piacenza — abbiamo saputo dell’alluvione da amici del posto e abbiamo voluto fare un salto per renderci conto di persona. La settimana scorsa lo scenario era ancora più triste ma c’è stato un grande lavoro da parte di tutti. Questo posto deve tornare in fretta il gioiello di sempre».La tradizionale passeggiata lungo i giardini Vittorini e nel porticciolo trova solo locali chiusi. Un paio di operatori hanno aperto comunque nonostante le difficoltà e ben sapendo che la giornata sarebbe stata triste. «Non deve però passare il messaggio che siamo in ginocchio — spiega un commerciante — altrimenti si corre il rischio di entrare in un tunnel di crisi dal quale non si esce.Abbiamo già vissuto due anni fa un momento simile e poi abbiamo ricominciato. Sarà dura anche questa volta ma se iniziamo a piangere e chiudere allora davvero non verrà più nessuno. Già adesso raggiungerci è difficile ma se ci abbattiamo è la fine del paese».
In fondo al porticciolo cumuli di legname hanno trovato nella barriera di scogli e marmo un ostacolo insormontabile mentre la spiaggia della frazione è completamente invasa da detriti. Ma la botta, oltre al fango e acqua entrate nelle case e locali pubblici, è arrivata dal crollo del ponte della Colombiera. Raggiungere Bocca di Magra è possibile quindi soltanto scendendo da Montemarcello e Ameglia e ovviamente dalla strada del Senato di Lerici.
Persi dunque clienti e turisti in arrivo dal versante apuano, scoraggiati dal lungo girovagare. Intanto le camionette dei vigili del fuoco arrivati da Bologna hanno ripreso tutto il materiale di intervento e sono ripartite nel primo pomeriggio, così come i mezzi della Protezione Civile. Il pericolo è cessato ma adesso pioveranno polemiche, critiche e proteste. Ma prima di tutto dovranno essere gli abitanti a rimboccarsi le maniche e far ripartire il motore.
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